Alimentazione ad esclusione, intolleranze, allergie e sensibilità alimentari

meno di una dieta ed esclusione

Dieta ad eliminazione per intolleranze, allergie alimentari e sensibilità

L’alimentazione ad eliminazione è una strategia nutrizionale che prevede l’eliminazione di alcuni alimenti o gruppi alimentari dalla dieta per un periodo di tempo specifico, solitamente tra le 4 e le 12 settimane. Questa dieta è stata progettata per aiutare le persone a identificare eventuali intolleranze o allergie alimentari e migliorare la loro salute e il benessere generale.

L’alimentazione ad eliminazione è stata utilizzata per trattare una vasta gamma di problemi di salute, tra cui disturbi digestivi, infiammazione, mal di testa, problemi di pelle, disturbi del sonno, mal di stomaco , problemi alle articolazioni. Questa dieta è anche utilizzata per migliorare la salute delle persone che soffrono di malattie croniche come artrite reumatoide, diabete e malattie cardiovascolari e molte altre patologie.

L’alimentazione ad eliminazione si basa sul principio che alcuni alimenti possono causare problemi di salute e che eliminandoli dalla dieta è possibile identificare questi problemi e migliorare la salute. Durante questa dieta, le persone solitamente eliminano i seguenti alimenti o gruppi alimentari: latticini, glutine, soia, frumento, frutta secca, uova, alcuni tipi di pesce e crostacei, ecc..

Una volta che gli alimenti sono stati eliminati dalla dieta si valuta se c’è una regressione dei sintomi, il passo successivo consiste nel reintrodurli gradualmente  (uno alla volta) per vedere se, dopo la regressione, i sintomi ricompaiono. Questo processo viene ripetuto per ogni alimento o gruppo alimentare eliminato, fino a quando non sono state identificate tutte le eventuali intolleranze, allergie o sensibilità alimentari.

Uno dei vantaggi dell’alimentazione ad eliminazione è che permette alle persone di concentrarsi su alimenti sani e nutrienti, invece di alimenti che possono causare problemi di salute. Questa dieta incoraggia l’assunzione di alimenti freschi e nutrienti, come frutta, verdura, proteine magre e carboidrati complessi, che aiutano a mantenere una dieta equilibrata e a fornire il giusto apporto di nutrienti essenziali.

Inoltre, l’alimentazione ad eliminazione può aiutare a identificare eventuali intolleranze alimentari, che possono causare una serie di problemi di salute importanti e sintomi secondari, tra cui gonfiore, diarrea, stitichezza, mal di testa e irritabilità. Molto utile per alleviare e risolvere la Sindrome di Roemheld (gastro-cardiaca) che porta una serie di sintomi invalidanti.

Durante una dieta ad eliminazione il sistema gastrointestinale ritorna a “respirare”, capita spesso che vi è un drastico calo dell’infiammazione e una remissione di molti sintomi. La reintroduzione è sicuramente un passo necessario per ritornare ad avere una nutrizione più completa, ma il periodo di privazione è già di per sé terapeutico.

Differenze tra allergia alimentare, intolleranze alimentari e sensibilità

Le parole “intolleranza” e “allergia” sono spesso utilizzate in modo intercambiabile, ma in realtà si tratta di due condizioni distinte. Entrambe rientrano nell’ampio gruppo di disturbi legati all’ingestione di alimenti, che non ha ancora una definizione universalmente riconosciuta.

Nel corso degli anni, una delle classificazioni più diffuse per questi disturbi è quella di “reazioni avverse al cibo”. Queste reazioni possono essere ulteriormente suddivise in reazioni tossiche (o da avvelenamento, causate dalla presenza di tossine negli alimenti) e reazioni non tossiche, tra cui rientrano proprio le allergie e le intolleranze alimentari.

È importante distinguere tra allergie, intolleranze alimentari, poiché hanno sintomi e cause differenti e richiedono trattamenti diversi.

  1. L’allergia alimentare è una reazione immunitaria ad uno o più alimenti specifici
  2. Mentre l’intolleranza alimentare è una difficoltà a digerire determinati alimenti
  3. Abbiamo poi la sensibilità alimentare, come nel caso della sensibilità al glutine non celiaca, ne abbiamo parlato al seguente articolo: Intolleranza e sensibilità al Glutine.

1. Allergia alimentare

L’allergia alimentare è una condizione ben definita che si verifica quando il sistema immunitario reagisce in modo anomalo a un determinato alimento, conosciuto come allergene. Questa reazione può essere immediata o ritardata e può causare una vasta gamma di sintomi, che possono variare da lievi disturbi come orticaria e disturbi intestinali, a gravi manifestazioni come il gonfiore della lingua e della gola e lo shock anafilattico.

I sintomi dell’allergia alimentare possono avere un impatto significativo sulla qualità della vita della persona e richiedere un intervento medico tempestivo.

È importante sottolineare che le allergie alimentari sono una condizione seria che richiede una diagnosi precisa e una gestione adeguata da parte di un medico specialista. Questo include un’accurata valutazione della storia clinica e una serie di test diagnostici, che possono comprendere test cutanei, test di provocazione orale e test sierologici.

I sintomi delle allergie alimentari sono più facilmente diagnosticabili poiché creano manifestazioni chiare e distintive rispetto alle intolleranze alla sensibilità

2. Intolleranze alimentari

Intolleranze alimentari sono condizioni comuni che causano reazioni avverse quando si consumano determinati alimenti. A differenza delle allergie alimentari, le intolleranze non sono tossiche o immuno-mediate e la loro gravità dipende spesso dalla quantità di cibo che viene consumata.

Le intolleranze possono essere causate da deficit enzimatici, componenti alimentari attivi nell’organismo e condizioni indefinite. Ad esempio, la carenza di lattasi, un enzima che metabolizza il lattosio presente nel latte, può causare un’intolleranza al lattosio. Allo stesso modo, la caffeina o la tiramina possono causare intolleranze alimentari. Tuttavia, le cause di questi ultimi due tipi di intolleranze sono difficili da diagnosticare e talvolta sono considerate reazioni pseudo-allergiche poiché possono attivare il sistema immunitario.

L’incidenza delle intolleranze alimentari sta aumentando e probabilmente continuerà a farlo a causa dei cambiamenti nei modelli di alimentazione. Spesso, quando pensiamo di essere diventati intolleranti a un determinato alimento, in realtà il malessere che proviamo è dovuto alla presenza di uno stato infiammatorio intestinale, causato da abitudini alimentari scorrette.

Per questo motivo, è importante distinguere questi stati infiammatori dalle vera e propria intolleranze alimentari, che sono ben descritte e riconosciute nel mondo medico.

Al momento, solo tre tipi di intolleranze alimentari sono riconosciuti e diagnosticabili: intolleranza al lattosio, intolleranza al glutine e intolleranza all’istamina.

  1. L’intolleranza al lattosio è causata dalla carenza dell’enzima lattasi e provoca sintomi come gonfiore, diarrea e dolori addominali quando si consumano alimenti contenenti lattosio, come latte o latticini. Per diagnosticare l’intolleranza al lattosio si può fare il breath test al lattosio.
  2. L’intolleranza al glutine è causata dalla difficoltà del corpo a digerire il glutine, un aggregato proteico presente nei cereali. Per l’intolleranza al glutine celiaca si fanno prelievi al fondo gastrico durante una gastro
  3. Infine, l’intolleranza all’istamina è causata dalla carenza di un enzima che metabolizza l’istamina presente in alimenti come pesce, formaggio e vino, causando sintomi come mal di testa, prurito, eruzioni cutanee, nausea, e così via.

3. La sensibilità alimentare

La sensibilità alimentare è sicuramente l’argomento più importante, poiché moltissime persone dove aver ricevuto diagnosi negative di allergie e intolleranze smettono di cercare soluzioni e continuano ad avere sintomi che spesso vengono catalogati come sintomi da stress

La sensibilità alimentare è una condizione in cui un individuo mostra sintomi come gonfiore, diarrea, dolore addominale, affaticamento, mal di testa e altri disturbi simili dopo aver consumato determinati alimenti, questi sintomi non devono per forza essere immediati ma possono manifestarsi anche dopo giorni dall’assunzione del cibo di cui sono sensibili, naturalmente una persona che consumerà ogni giorno l’alimento di cui è sensibile avrà sintomi continuativi, come nel caso della sensibilità al glutine non celiaca, ogni giorno si consuma glutine

Questa condizione è diversa dalle intolleranze alimentari e dalle allergie alimentari, poiché non è dovuta a una reazione immunitaria o a una carenza di un enzima specifico.

La sensibilità alimentare è spesso definita come un fenomeno del “tutto o niente”, dove i sintomi compaiono solo quando la quantità di alimento in questione supera una certa soglia. Questo rende difficile la diagnosi e il trattamento della sensibilità alimentare, poiché i sintomi possono variare in base a molteplici fattori come il tipo di alimento, la quantità consumata, la combinazione di cibi e lo stato fisico del soggetto.

Spesso è associata a una infiammazione intestinale, ma la sua esatta causa non è ancora nota. Si ritiene che possa essere legata a un’alterazione della permeabilità intestinale, a una modificazione della flora batterica intestinale o a una predisposizione genetica.

Si stima che l’80% delle persone che hanno una sensibilità alimentare solo il 10% riesce ad individuarla e porvi una risoluzione. Immaginate quante persone convivono con sintomi da anni senza trovare mai una via d’uscita.

Dieta ad eliminazione o a rotazione?

In riferimento alla sensibilità alimentare, è stato osservato che una dieta di eliminazione protratta nel tempo può essere deleteria per l’organismo.

Tuttavia, questi regimi alimentari svolgono un ruolo cruciale nella diagnosi di allergie alimentari o intolleranze, poiché vengono utilizzati come mezzo per escludere alimenti che possono essere responsabili di reazioni avverse. Per confermare una diagnosi di intolleranza o allergia alimentare, si elimina l’alimento sospetto e lo si reintrodurrà gradualmente per verificare la sua reazione con l’organismo.

In caso di intolleranza alimentare (a parte la celiachia) o di stati infiammatori intestinali, una strategia più utile potrebbe essere quella di modificare la propria alimentazione favorendo la rotazione degli alimenti. Questo tipo di approccio, conosciuto come dieta di rotazione, consiste nell’alternare giorni in cui si consumano alimenti che possono causare problemi con giorni di astensione completa. Ad esempio, in caso di intolleranza al lattosio, si potrebbe stabilire un giorno “libero” in cui consumare latte e derivati e alternare giorni in cui evitare questi alimenti, reintrodurli gradualmente nella dieta.

La variazione degli alimenti e delle categorie alimentari è un aspetto fondamentale delle diete di rotazione. È quindi importante non solo conoscere gli alimenti e la loro composizione, ma anche gli effetti che questi hanno sul corpo, al fine di avere un’alimentazione più consapevole

Ti chiederai come gestire tutte queste informazioni e come fare una dieta del genere? Naturalmente la tua conoscenza è fondamentale per iniziare questo tipo di percorso e sicuramente l’aiuto di un nutrizionista funzionale è un fattore chiave, in ogni caso questi tipi di diete alimentari si gestiscono con diari alimentari o applicazioni per il cellulare, tramite i quali è possibile capire giornalmente e settimanalmente l’andamento dei sintomi in base a cosa si è introdotto nell’alimentazione.

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