La cattiva digestione è un disturbo fastidioso che può rovinare il piacere di un buon pasto, i sintomi sono prevalentemente pesantezza e senso di gonfiore; mangiare per gli esseri umani è una necessità regolata dalla sensazione di fame, uno stimolo che conosciamo bene e che ci avvisa quando il nostro organismo ha bisogno di nutrimento, ma in definitiva è anche un piacere. Sedersi a tavola e gustare pietanze di nostro gradimento è uno dei momenti attesi nella giornata, significa anche rilassarsi, staccare dalle attività lavorative e avere un momento di pausa con la propria famiglia o gli amici. Socializzazione e istinto di conservazione si fondono nella convivialità tra un piatto di spaghetti e un’insalata.
Quando la cattiva digestione compromette la qualità della vita
La cattiva digestione che in termine medico si chiama dispepsia è una condizione che provoca sofferenza a circa il 47% della popolazione italiana, è un disturbo legato senza dubbio alle abitudini in generale, ma soprattutto alle abitudini alimentari, i sintomi si manifestano nella parte superiore dell’addome e comprendono:
- bruciore di stomaco,
- senso di pesantezza,
- senso di gonfiore,
- acidità,
- alitosi,
- dolore addominale,
- eruttazioni frequenti,
- intolleranza ai cibi fritti,
- intolleranza alle uova e alla carne rossa, ma anche a tutti i cibi eccessivamente grassi
La dispepsia può essere provocata anche dall’utilizzo di medicinali come ad esempio gli integratori di ferro, l’aspirina, gli antinfiammatori, gli antibiotici; invece tra le patologie che possono essere la causa scatenante della cattiva digestione troviamo:
- l’ulcera gastrica,
- l’obesità,
- il reflusso gastroesofageo,
- l’helicobacter pylori,
- la gastrite.
- la celiachia
- i calcoli alla cistifellea
Cosa viene spesso indicato di fare? Perché il medico curante possa diagnosticare con certezza questo disturbo e prescrivere una cura adeguata il paziente deve sottoporsi agli esami del sangue e ad alcuni esami diagnostici, per determinare con chiarezza qual’ è l’origine della dispepsia. La cattiva digestione viene spesso sottovalutata e considerata un disturbo di poco conto, invece se non curata adeguatamente può evolvere in disturbi più severi, come la malnutrizione e un aumento esponeziale di stress fisico e mentale.
Purtroppo nella maggioranza dei casi la dispepsia è funzionale, ovvero non vi è nessuna patologia sottostante e i medici fanno tentativi ad esclusione prescrivendo farmaci. Questo approccio è basato spesso sulla fortuna di individuare il farmaco giusto.
Un classico esempio di mal gestione dei sintomi e abuso di farmaci è quello di un paziente che aveva una dispepsia, l’esame per individuare l’helicobacter pylori era positivo per tanto gli furono prescritti dei forti antibiotici. Dopo la “cura” antibiotica il paziente è notevolmente peggiorato a causa degli antibiotici che gli hanno causato un ulteriore danno alla flora intestinale, un ulteriore disequilibrio dell’asse intestino-cervello. Gli antibiotici sono farmaci molto utili e salvavita ma è necessario utilizzarli in modo opportuno.
Il 90% dei casi dispepsia non hanno un motivo diagnostico, per tanto un approccio a 360° per ripristinare l’asse intestino-cervello è il miglior modo per migliorare e risolvere il problema.
Mangiare troppo può provocare la dispepsia?
L’alimentazione è un argomento delicato e complesso, mangiare è una necessità. Ma come dicevamo in precedenza è anche un piacere, per questo motivo può succedere che in occasioni particolari si eccede, ovvero si mangia troppo, però se la cosa non è frequente non provoca problemi. Mentre invece l’abitudine di mangiare sempre pasti troppo abbondanti può provocare cattiva digestione ricorrente . Inoltre se si escludono le intolleranze alimentari, le allergie e qualsiasi altro tipo di problema con specifici alimenti, possiamo affermare che il corpo umano cioè il suo apparato digestivo è in grado di elaborare attraverso il processo digestivo qualsiasi tipo di alimento. Ovviamente tutti quelli ritenuti commestibili.
Ci sono persone che possono mangiare e bere qualunque cosa senza avere nessun tipo di problema. Questi individui hanno una flora microbiologia equilibrata sana e un equilibro ottimale dell’asse intestino-cervello
Per chi ha problemi in una fase iniziale è bene ponderare come alimentarsi. Una buona regola è ripartire l’alimentazione necessaria quotidiana in un preciso numero di pasti che può andare dai tre ai quattro, in questo modo la digestione e la nutrizione dell’organismo avvengono in modo corretto, senza contare che equilibrando attraverso orari specifici i pasti giornalieri si evitano cosi anche gli attacchi di fame che possono indurre ad assumere grosse quantità di cibo in una sola volta. Infatti per stare bene gli specialisti consigliano di non saltare nessun pasto nell’arco della giornata. E’ sconsigliabile anche alimentarsi una volta soltanto a pranzo o a cena, poiché è un metodo assolutamente errato di mangiare. Quindi la risposta alla domanda se mangiare troppo provoca cattiva digestione la risposta è Sì, ma in chi ha disbiosi. E’ sempre meglio consumare pasti più frequenti ma non eccessivamente abbondanti.
Cure per la cattiva digestione: antiacidi, inibitori e procinetici
Curare la cattiva digestione significa inizialmente accertare l’origine del disturbo e di conseguenza seguire una terapia adatta a curare non il disturbo stesso ma la causa primaria, quindi se il medico curante e i vari accertamenti diagnostici hanno dato come esito una cattiva digestione, generata solo da cattive abitudini, la cura sarà di un tipo; ad esempio correggere le abitudini alimentari errate, l’eventuale abuso di alcolici e di tabacco. Se invece la dispepsia ha un’origine specifica da una patologia la cura sarà sicuramente diversa. Per i casi più severi e che hanno origine in patologie di vario tipo, che in precedenza abbiamo già elencato, potrebbe essere necessario terapie specifiche.
Di uso comune è prescrivere farmaci per contrastare la cattiva digestione, essi si dividono in 3 diverse tipologie.
1. Gli antiacidi sono utili per alleviare i bruciori di stomaco in maniera veloce ma comunque temporanea, come per esempio l‘idrossido di alluminio e l’idrossido di magnesio principi attivi presenti nei vari farmaci da banco, disponibili in formulazione differenti per la somministrazione orale.
2. Gli inibitori di pompa protonica sono una classe di farmaci che vengono utilizzati principalmente per ridurre la produzione di acido nello stomaco. Questi farmaci bloccano la pompa protonica, una proteina presente nelle cellule delle pareti dello stomaco che produce acido cloridrico.
ATTENZIONE: Gli inibitori di pompa protonica secondo la letteratura medico scientifica devono essere utilizzati per un periodo massimo di 3-4 settimane e sono utili principalmente per le ulcere, in alcuni casi per tamponare problemi di reflusso. Ci sono periodi in cui una persona può essere portata ad avere infiammazione e maggior produzione di acido gastrico, l’utilizzo di Inibitori per brevi periodi in questo caso è consigliato.
Moltissime, troppe persone utilizzano gli inibitori per mesi e anni, è un paradosso migliorare la dispepsia riducendo gli acidi gastrici ( che servono proprio a digerire i cibi). Gli inibitori creano Disbiosi intestinale e un peggioramento di situazioni cliniche nel tempo.
Un altro paradosso è usare per il reflusso gli inibitori per un lungo periodo. Il reflusso può essere causato da una moltitudine di motivazioni (postura, alimentazione, stress, disfunzione diaframmatica, mancanza di enzimi, stili di vita scorretti ed altri motivi che trattiamo approfonditamente nel percorso Rialimenta a 360° per asse intestino-cervello) per tanto si cerca di tamponare il sintomo con un farmaco che non solo non è una soluzione ma che può peggiorare altre patologie.
3. I farmaci procinetici invece aiutano la motilità intestinale e sono efficaci anche per evitare la nausea e il vomito; i principi attivi utili in questo caso sono il domperidone e il metoclopramide presenti in molti farmaci conosciuti e acquistabili in farmacia senza la necessità della prescrizione medica.
ATTENZIONE: I procinetici devono anch’essi essere utilizzati per brevi periodi (da 2 settimane a 2 mesi), essi aiutano a la peristalsi intestinale e permettono di digerire più facilmente. Allo stesso tempo creano una moltitudine di problematiche come l’aumento di prolattina che causa ulteriori problemi.
Anche qui abbiamo il paradosso di risolvere un problema con un farmaco che serve solo a tamponare dei sintomi. Inoltre abituare l’organismo ad accelerare la digestione può comportare un ulteriore rallentamento della stessa una svolta dismesso il farmaco. I motivi della dispesia sono anch’essi molteplici, bisogna capire la fonte del problema per risolverlo definitivamente.
Rimedi naturali per la dispepsia/mal digestione
Tra i rimedi naturali per combattere la cattiva digestione troviamo moltissimi prodotti a base di erbe e piante officinali, l’elenco è abbastanza nutrito e c’è un’ampia scelta sia in base all’intensità del disturbo che ai gusti personali, molte piante hanno proprietà benefiche che aiutano la digestione, altre sono enzimi digestivi naturali, queste favoriscono la secrezione gastrica, equilibrandola e la produzione di saliva, altre aiutano le funzioni del fegato e del pancreas e tonificano tutte le attività dell’apparato gastrointestinale.
Per la dispepsia:
- Zenzero: contiene composti che aiutano a calmare l’infiammazione e ridurre il gonfiore, inoltre favorisce la digestione e allevia i sintomi della dispepsia.
- Tisana alla menta: le proprietà antispasmodiche della menta aiutano a rilassare i muscoli dello stomaco e ridurre la sensazione di nausea.
- Camomilla: ha proprietà antinfiammatorie che aiutano ad alleviare il dolore e la sensazione di gonfiore.
- Semi di finocchio: il finocchio aiuta ad alleviare i sintomi della dispepsia, riducendo il gonfiore e promuovendo la digestione.
- Aceto di mele: contiene acido acetico che aiuta a ridurre l’infiammazione e stimola la produzione di acido cloridrico nello stomaco, favorendo la digestione.
- Papaia: contiene enzimi digestivi naturali che aiutano a rompere le proteine e favorire la digestione, inoltre contiene vitamina C e antiossidanti che aiutano a ridurre l’infiammazione.
- Succo di aloe vera: aiuta a ridurre il gonfiore e l’infiammazione grazie alle proprietà anti-infiammatorie dell’aloe vera.
- Ananas: contiene bromelina, un enzima che aiuta a rompere le proteine e favorire la digestione.
- Tè verde: contiene catechine, antiossidanti che aiutano a ridurre l’infiammazione e migliorare la digestione.
- Curcuma: ha proprietà antinfiammatorie e antiossidanti che aiutano ad alleviare i sintomi della dispepsia.
Per il fegato e pancreas:
- Acido alfa-lipoico: l’acido alfa-lipoico è un antiossidante che può aiutare a proteggere il fegato e migliorare la sua funzione. È stato dimostrato che l’assunzione di acido alfa-lipoico può ridurre l’infiammazione e migliorare i livelli di enzimi epatici.
- N-acetilcisteina (NAC): NAC è un aminoacido che può aiutare a proteggere il fegato e migliorare la sua funzione. È stato dimostrato che l’assunzione di NAC può ridurre l’infiammazione e migliorare i livelli di enzimi epatici.
- Estratto di cardo mariano: l’estratto di cardo mariano contiene silimarina, un composto che può aiutare a proteggere il fegato e migliorare la sua funzione. È stato dimostrato che l’assunzione di estratto di cardo mariano può ridurre l’infiammazione e migliorare i livelli di enzimi epatici.
- Estratto di curcuma: l’estratto di curcuma contiene curcumina, un composto che può aiutare a proteggere il fegato e migliorare la sua funzione. È stato dimostrato che l’assunzione di estratto di curcuma può ridurre l’infiammazione e migliorare i livelli di enzimi epatici.
- Vitamina E: la vitamina E è un antiossidante che può aiutare a proteggere il fegato e migliorare la sua funzione. È stato dimostrato che l’assunzione di vitamina E può ridurre l’infiammazione e migliorare i livelli di enzimi epatici.
- Vitamina C: la vitamina C è un antiossidante che può aiutare a proteggere il fegato e migliorare la sua funzione. È stato dimostrato che l’assunzione di vitamina C può ridurre l’infiammazione e migliorare i livelli di enzimi epatici.
- Omega-3: gli acidi grassi omega-3 possono aiutare a proteggere il fegato e migliorare la sua funzione. È stato dimostrato che l’assunzione di omega-3 può ridurre l’infiammazione e migliorare i livelli di enzimi epatici.
- Vitamina D: la vitamina D può aiutare a proteggere il fegato e migliorare la sua funzione. È stato dimostrato che l’assunzione di vitamina D può ridurre l’infiammazione e migliorare i livelli di enzimi epatici.
Ovviamente vale sempre il concetto di acquisire uno stile di vita più regolato e una dieta leggera, senza eccedere in tutti quegli alimenti che possono provocare la dispepsia, l’erboristeria inoltre offre anche un ampia scelta di prodotti sempre a base di erbe, ma in formulazioni più pratiche, come le tavolette masticabili, che contengono mela, genziana, zenzero, anice, verbena. Tutti i prodotti che migliorano la normale digestione e la funzionalità gastrica, prodotti facilmente acquistabili e molto più pratici per chi ha poco tempo e resta molte ore fuori casa. Mentre le tisane possono essere consumate tranquillamente la sera.
Le tisane dedicate ai problemi digestivi hanno la capacità di favorire il normale processo di digestione, di contrastare il gonfiore e il bruciore dello stomaco, di rilassare i muscoli del medesimo e di diminuire la fermentazione del cibo, favorendo così la flora intestinale.
Consigliamo di approfondire l’argomento con i due seguenti articoli:
Alimentazione ad esclusione, intolleranze e allergie alimentari